Se fino ad ora non avessimo preso tanto sul serio la Quaresima, quest’anno a sottolineare il concetto arriva la Quarantena. Due parole che percorrono strade etimologiche un po’ diverse per riferirsi alla stessa cosa: quaranta giorni. Quaranta giorni di penitenza per la conversione. Quaranta giorni di isolamento per il non-contagio e la guarigione. Significati che si rinforzano a vicenda.
La seconda domenica di Quaresima ci ha fatto svegliare tutti in zona ross… arancione. Siamo tutti improvvisamente “in disparte” come Pietro, Giacomo e Giovanni, anche senza essere saliti “su un alto monte” come il Tabor. Ma non ci riesce affatto spontaneo dire come Pietro: “Signore, è bello per noi essere qui!”.
Mi sembra sempre paradossale incontrare la Trasfigurazione in Quaresima. Cogliere nel volto umano di Gesù la luce sfolgorante del volto di Figlio di Dio non è cosa scontata. In questo tempo richiede di prendere sul serio prima l’andare nel deserto delle tentazioni di Gesù, poi seguirlo in disparte e in alto per r-accogliere questa inaspettata manifestazione della sua bellezza.
In questi giorni anche per noi occorre voler trovare “cose belle”, per non lasciare spazio solo alle notizie più o meno brutte, o l’attenzione tutta protesa solo all’informazione e alle percentuali di crescita o diminuzione epidemiologica. La vita viene prima. Ma occorre andare un po’ controcorrente, un po’ in salita, un po’ in disparte. D’altronde l’andamento della liturgia ci aiuta: si comincia con le tentazioni, ma non sono l’ultima parola.
Ecco allora le tre azioni classiche della Quaresima (che ci consegna ogni anno il vangelo del Mercoledì delle Ceneri: Mt 6,1-6.16-18), che diventano le tre azioni della Quarantena 2020 per i cattolici (e non solo?) per cercare, trovare e… far trovare più bellezza:
- Digiuno. Possiamo calmierare e selezionare attentamente il consumo di:
– informazione e social network: sempre a rischio di tossicità per il nostro pensare/sentire, in questo periodo sono sovraccarichi di fattori ansiogeni;
– uscite non necessarie: stare a casa per limitare le possibilità di diffondere il contagio oggi è un gesto di cittadinanza responsabile, costa un po’, ma quale digiuno non costa? - Elemosina. Un’azione di aiuto (del valore di circa un quarto d’ora) in questa Quaresima può assumere la forma di:
– una telefonata ad una persona sola o anziana (che è prudente non visitare di persona, se non necessario) costretta in casa più di me;
– mentre faccio la spesa per me e famiglia, la faccio anche per il mio vicino anziano per evitargli esposizioni rischiose. - Preghiera. Non avere la Messa domenicale per i “consumatori” di Messe feriali è un dramma peggio delle peggio epidemie (non vuole essere irriverenza! vuole essere solo umorismo che sottolinea la verità, visto che io sono sia “consumatore” che “esercente”…). Per i “cristiani (stanchi) della domenica” la festa per la sospensione del precetto domenicale potrebbe essere commentata adeguatamente solo con qualche meme di CattoNerd. Per gli uni e per gli altri questo vuoto può e deve essere l’occasione per pregare di più “nel segreto” della propria stanza e/o della propria famiglia (a seconda delle condizioni):
– pregare con la Parola di Dio, con un tempo preciso stabilito ogni giorno (5, 15 o 30 minuti, a seconda di quanto ti consiglia il buon senso e/o il padre spirituale);
– pregare il Rosario (25′) o almeno una decina (5′): un po’ di semplice e povera preghiera vocale di affidamento non fa male a nessuno, tanto meno agli intellettuali e a chi “pensa troppo”.
Cercando di mettere in pratica le pratiche quaresimali della quarantena, non so se eviteremo il contagio del Covid-19. Certamente ci troveremo ad affrontare molte tentazioni (di lasciar perdere!), ma rischieremo di divenire portatori ri-sanati della bellezza del Vangelo!
[Immagine tratta dalla Pagina Facebook Cattonerd]